Ristrutturazioni senza DIA

Eliminare le barriere architettoniche, installare i pannelli solari, sostituire gli impianti o i servizi sanitari, ma anche rifare i pavimenti: tutte opere di ristrutturazione della casa che si potranno compiere liberamente senza richiedere permessi o presentare comunicazioni preventive. A dare il via libera a questa liberalizzazione dei lavori è stato il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso che ha così modificato il testo unico sull’edilizia risalente al 2001.

Il Consiglio dei Ministri di venerdi 19 marzo ha approvato il decreto-legge  sugli incentivi a sostegno dei settori industriali in crisi. Il provvedimento contiene le disposizioni tributarie e finanziarie per il contrasto di frodi fiscali internazionali e per la destinazione dei gettiti così recuperati al finanziamento del Fondo per gli incentivi e al sostegno ai settori produttivi in crisi.
Ristrutturazioni senza DIA: il Governo liberalizza le manutenzioni straordinarie

Decreto-legge recante disposizioni tributarie e finanziarie urgenti in materia di contrasto alle frodi ..

Gli aiuti saranno destinati all’acquisto di cucine componibili, elettrodomestici a basso consumo, gru a torre per l’edilizia e agli edifici ad alta efficienza energetica, ma anche a scooter, inverter e motori per la nautica, rimorchi e semirimorchi, macchine agricole.

A diventare protagonista del decreto è però la manovra di semplificazione voluta dal Governo e che si annuncia rivoluzionaria per il settore dell’edilizia, ovvero quella riguardante la liberalizzazione delle ristrutturazioni in manutenzione straordinaria senza DIA.

Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del decreto. “Il nostro motto – ha detto il premier – è ‘tutti padroni in casa propria’: questa è l’attuazione di quel concetto”.

“Si tratta – ha aggiunto il Ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli – di un articolo fondamentale, su cui abbiamo lavorato intensamente insieme al Ministro Raffaele Fitto, per consentire, finalmente, a tutti i cittadini, di essere realmente padroni a casa propria”.

“Con l’articolo che abbiamo inserito nel decreto – ha aggiunto il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti – le opere interne alla casa si potranno fare subito, a meno che non ci sia una legge regionale che le vieta”.

MANUTENZIONI STRAORDINARIE SENZA DIA  Sarà possibile quindi realizzare senza Dia:
– interventi di manutenzione straordinaria che non riguardino parti strutturali degli edifici, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento degli standard urbanistici;
– installazione di pannelli solari, fotovoltaici e termici senza serbatoi esterni, fuori dai centri storici;
– pavimentazione di spazi esterni e arredi nelle pertinenze degli edifici;
– opere temporanee, serre mobili stagionali, movimenti di terra per le attività agricole.

Tra le opere liberalizzate ci sono anche: interventi di eliminazione di barriere architettoniche, opere temporanee di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra pertinenti all’attività agricola, serre mobili stagionali, pavimentazione e finitura di spazi esterni, pannelli fotovoltaici e termici, aree ludiche senza fini di lucro.

L’obiettivo della norma – ha spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – è quello di velocizzare il Piano Casa, ora regolamentato da leggi regionali che, in molti casi, non stanno dando i risultati attesi. Le norme regionali e molte delibere comunali hanno infatti limitato la portata delle misure anticrisi (leggi tutto).

La nuova norma modifica l’articolo 6 “Attività edilizia libera” del Dpr 380/2001 (Testo unico dell’edilizia), aggiungendo le manutenzioni straordinarie all’elenco degli interventi realizzabili senza titolo abilitativo. Le opere dovranno comunque rispettare le più restrittive disposizioni regionali, gli strumenti urbanistici comunali e le altre normative di settore e non dovranno comportare l’aumento del numero delle unità immobiliari né implicare l’incremento degli standard urbanistici.

Prima dell’inizio degli interventi (ad esclusione delle serre mobili e dei movimenti di terra), sarà necessario informare il Comune, anche per via telematica, allegando le eventuali autorizzazioni obbligatorie e, solo per gli interventi di manutenzione straordinaria, l’indicazione dell’impresa che eseguirà i lavori.

Le semplificazioni approvate venerdì sono le stesse che il Governo ha proposto nel marzo 2009 e che avrebbero dovuto essere approvate con un decreto legge entro il 10 aprile 2009, contemporaneamente alle norme sul Piano Casa. Il DL però si è arenato a causa del conflitto di competenze tra potere statale e regionale. I contenuti di quel DL sono poi confluiti nel ddl per la semplificazione amministrativa, approvato nel novembre 2009 (leggi tutto), contro il quale si era scatenata la protesta dei progettisti che temevano, in un periodo crisi come quello attuale, la riduzione delle opportunità di lavoro date dalle piccole pratiche per le ristrutturazioni e l’aumento dei rischi per la sicurezza degli edifici sottoposti ad interventi senza Dia e senza Direttore dei Lavori (leggi tutto).

Ora quella norma è stata recepita nel DL sugli incentivi ed entrerà in vigore immediatamente dopo la pubblicazione del DL in Gazzetta Ufficiale, nei prossimi giorni.

E anche questa nuova iniziativa legislativa incassa le critiche del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, secondo il quale l’assenza di controllo da parte dei professionisti abilitati determinerà la proliferazione di interventi progettuali di scarsa qualità senza alcuna garanzia per l’utente e la collettività e in dispregio alle norme sulla qualità dei cantieri e sulla sicurezza. Il Governo – sottolinea il Cnappc – dopo aver avviato un informatizzazione delle procedure amministrative, attraverso la Posta Elettronica Certificata e la Firma Digitale, oggi adotta un provvedimento assolutamente contraddittorio che elimina ogni controllo, penalizza i professionisti e le imprese edili e, di fatto, potrebbe incentivare l’abusivismo edilizio creando un condono mascherato per opere già realizzate in assenza di permesso.

Per Legambiente è assurdo permettere a chiunque di iniziare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria nella propria casa senza un progetto, senza informare il Comune, senza un’impresa che si assuma la responsabilità dei lavori.  “Questa indicazione avrà come unico effetto di incrementare il lavoro nero e aumentare i contenziosi condominiali – ha affermato Edoardo Zanchini, responsabile energia e urbanistica di Legambiente. Ma non solo: chi abita in un palazzo, infatti, non potrà sapere nulla dei lavori che si stanno facendo al piano di sotto o nell’appartamento accanto, né avere alcuna certezza che veramente non si stiano toccando parti strutturali dell’edificio, visto che a garantire sarà semplicemente il proprietario di casa”.   “In pratica verranno licenziati architetti e ingegneri e messe fuori mercato le imprese in regola – ha concluso Zanchini.

INCENTIVI PER CUCINE, ELETTRODOMESTICI ED ECO-EDIFICI
Quello approvato dal Governo è un provvedimento sintetico che si limita a istituire il Fondo unico degli incentivi ai consumi; a breve sarà emanato un decreto attuativo che conterrà la definizione di dettaglio degli aiuti: la lista completa dei settori beneficiari, la ripartizione delle risorse, le modalità di erogazione dei contributi. Il nuovo regime di aiuti sarà operativo dal 6 aprile 2010.

All’operazione saranno destinati circa 300 milioni di euro così suddivisi:
– 85 milioni di euro per le abitazioni ad alta efficienza energetica,
– 58 milioni per l’acquisto dei mobili della cucina,
– 50 milioni per gli elettrodomestici,
– 35 milioni per le gru edili.

E ancora: 18 milioni per le macchine agricole, 12 milioni per gli scooter, 10 milioni per i motori per la nautica, 13 milioni per i rimorchi, 10 milioni per i motori ad alta efficienza energetica.

Il Ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha annunciato anche un bonus destinato a ‘internet veloce’ per giovani.

“È un piccolo aiuto a settori che hanno avuto andamenti molto negativi, sono pochi soldi ma è un supporto”, ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. L’annuncio degli incentivi, accusa il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, “ha di fatto bloccato da mesi il mercato: la gente non compra e li aspetta. Questi settori hanno già avuto un danno – continua il segretario del Pd – che non sarà recuperato o recuperato a malapena nei prossimi mesi”. Il decreto, prevede Bersani, avrà una dotazione pari “a un ottavo di quanto si è speso per Alitalia. È una cosa ridicola”.

“Nel Decreto Legge Incentivi è stato previsto un fondo destinato a finanziare, fin da subito, le opere infrastrutturali nei porti di rilevanza nazionale. Inizialmente il fondo ha una dotazione di 80 milioni di euro”. Lo ha annunciato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, al termine del Consiglio dei Ministri. “Il fondo – ha aggiunto Matteoli – sarà ripartito con decreto interministeriale tenendo conto della gestione più virtuosa dei porti”.